Cambiare casa dopo il covid: cosa pensano gli italiani
Con la pandemia crescono i risparmi degli italiani, e molti ne approfitterebbero volentieri per investire in una nuova casa il denaro non speso durante le chiusure forzate. Questo mostra una ricerca di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani nel 2021.
Secondo quanto rilevato dal centro studi, la liquidità presente sui conti correnti italiani quest’anno è cresciuta complessivamente di 110 miliardi di euro, anche se in totale il numero di persone in grado di mettere qualcosa da parte è diminuito.
Case troppo piccole per gli italiani
Tra chi ce l’ha fatta, però, molti desidererebbero reinvestire quanto risparmiato in una nuova casa. Il 18 per cento del campione intervistato, infatti, a seguito della pandemia, giudica insufficiente lo spazio della propria casa attuale. Le case degli italiani sono in effetti mediamente più piccole (81 mq) di quelle degli spagnoli (96 mq), dei francesi (102 mq) e dei tedeschi (109 mq): la DAD e lo smart-working hanno mostrato l’insufficienza, almeno qualitativa, se non quantitativa, del patrimonio abitativo italiano.
Investire i risparmi in una nuova casa
Il 2,6 per cento del campione avrebbe quindi già deciso di investire i risparmi per cambiare casa e il 10,7 per cento lo farebbe se si realizzassero altre condizioni, prevalentemente dal lato del finanziamento. La somma semplice di questi due dati costituisce il 13,3 per cento del campione, ma si sale al 28 per cento fra i 25-34enni e al 22 per cento dei 35-44enni. Il 31 per cento di coloro che vorrebbero cambiare casa aspirerebbe a una casa fuori città; si sale al 52 per cento fra i più giovani. Il 17 per cento resterebbe in città, ma vorrebbe una casa con almeno un terrazzo o con un piccolo giardino.
Se il tasso di successo di questi desideri fosse appena del 50 per cento, nei prossimi anni il mercato immobiliare potrebbe affrontare una domanda per adeguamento delle case di oltre 500 mila unità all’anno, delle quali 125 mila circa in uscita dai centri urbani, senza contare la domanda normale, non derivata da questioni pandemiche.