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La ripresa dell’immobiliare: perché il 2021 è l’anno migliore per comprare casa

Segnali di ottimismo per la ripresa dell’immobiliare dal gruppo Gabetti: secondo la società, che ha dato la propria view in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto Assofranchising Italia 2020, il ciclo immobiliare riprenderà da dove si era fermato.

L’Associazione delle società che operano in franchising, nel suo ultimo rapporto, ha rilevato come il settore generi un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro, pesando sul 4,8% sul fatturato complessivo.

Secondo Marco Speretta, DG del Gruppo Gabetti, la crescita delle reti è stata molto significativa come anche quella delle imprese legate alla riqualificazione, nell’ordine del 200%.

E’ poi vero che nei primi 9 mesi del 2020 si è registrato un calo delle compravendite del -13,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che il 2020 si chiuderà con un -15/-20% rispetto al 2019. Tuttavia il miglioramento della situazione epidemiologica che seguirà i vaccini anti covid farà sì che il ciclo economico dell’immobiliare riprenda da dove si è interrotto, come dimostra l’andamento del terzo trimestre 2020 che segna un +3,1%.

In generale, secondo il sentiment di Gabetti, il residenziale rimane un asset strategico nell’ambito immobiliare anche grazie agli incentivi fiscali legati alla ristrutturazione edilizia e all’Ecobonus con estensione al 110% che saranno mantenuti fino al 2022. Questo, insieme ai tassi bassi dei mutui, significa un rendimento medio elevato perché si può acquistare a prezzi interessanti e ristrutturare con incentivi importanti. Si sta già osservando che almeno il 60-70% delle transazioni riguarda proprio abitazioni da rinnovare, anche in modo significativo.

Motivo per cui, secondo il Gruppo Gabetti, il 2021 potrebbe essere l’anno migliore per comprare casa. Tra le richieste principali: spazi in più dove poter lavorare, nuove aree per vivere meglio la casa tutti insieme e spazi polifunzionali che permettano di conciliare vita privata e lavoro, anche all’interno dei condomini.

Per quanto riguarda i luoghi dove investire in futuro, se è vero che le grandi città hanno visto un calo delle compravendite nel 2020, a fronte della crescita di realtà più piccole – a causa dell’assenza di turisti e studenti e del lavoro in modalità smart working -, è anche vero che il mattone rimane una delle forme più solide di investimento, con rendimenti lordi intorno al 3-4%

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